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I Pagliacci (Vinicio Capossela)

Un tempo ridevo soltanto a veder l'incanto di noi vestiti di piume e balocchi con bocche a soffietto e rossetto negli occhi scimmie, vecchiette obbedienti e cavalli sapienti sul dorso giocar ridere era come amar poi ripetendo il mestiere s'impara il dovere di recitar e pompa il salone il suo fiato e il riso ? sfiatato dal troppo soffiar di creta mi pare il cerone s'appiccica al volto il mal del buffone ridere vorrei stasera ridere vorrei per me Un Due Tre! all'erta gli elefanti in piedi saltino le pulci avanti attenti passa il domatore!! L'anima che ride ride e sempre rider? come una preghiera i trapezi ronzavano elettrici uccelli di piuma di un mondo di luna legati i compagni per mano libravan da pesci vicini e lontano si sfioran d'un tratto i due bracci appesi nell'aria come due stracci sul sangue buttarono rena ed entran di corsa i pagliacci. E sempre ridere per compiacere la sala piena da mantenere che bello udire l'applauso ilare gonfiar la sala scacciare il male e sempre cedere con batticuore a sogni e parole da far scoppiare!! Il padrone ha la tuba allungata ed ha baffi arditi e in fondo gi? sa che restiamo alla frusta qui uguali felici e incapaci di esser normali e allora ridano gli altri di noi e allora ridano gli altri stasera ridano gli altri per noi.