Proserpina

Gothica

Lungi è la luce che in sù questo muro
 Rifrange appena, un breve istante scorta
 Del rio palazzo alla soprana porta.
 Lungi quei fiori d'Enna, O lido oscuro,
 Dal frutto tuo fatal che ormai m'è duro.
 Lungi quel ciel dal tartareo manto
 Che quì mi cuopre: e lungi ahi lungi ahi quanto
 Le notti che saràn dai dì che furo.

 Lungi da me mi sento; e ognor sognando,
 Cerco e ricerco, e resto ascoltatrice;
 E qualche cuore a qualche anima dice,
 (Di cui mi giunge il suono da quando in quando,
 Continuamente insieme sospirando,)-
 "Oimè per te, Proserpina infelice!"

 "Afar away the light that brings cold cheer
 Unto this wall, one instant and no more
 Admitted at my distant palace-door.
 Afar the flowers of Enna from this drear
 Dire fruit, which, tasted once, must thrall me here.
 Afar those skies from this Tartarean grey
 That chills me: and afar, how far away,
 The nights that shall be from the days that were.

 Afar from mine own self I seem, and wing
 Strange ways in thought, and listen for a sign;
 And still some heart unto some soul doth pine,
 (Whose sounds mine inner sense is faith to bring,
 Continually together murmuring,)-
 "Woe's me for thee, unhappy Proserpine!"


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